InVersoNero – Mostra Personale di Pasquale Nero Galante Presentazione del libro InVersoNero
Mostra Personale di Pasquale Nero Galante
Presentazione del libro InVersoNero
Dall’8 al 15 febbraio 2016 presso la Biblioteca Guglielmo Marconi di Roma l’Artista Pasquale Nero Galante esporrà 18 suoi lavori (+ 10 autografie su carta) che sono stati alla base della collaborazione con il curatore e poeta Angelo Andriuolo, (Ispiranti e Ispirati), per la stesura e realizzazione del libro InVersoNero, edito per i tipi della Gangemi. Un’opera in cui pittura e poesia si fondono nell’inestricabile connubio di un comune sentire, di un percorso di vita “identitario” di cui entrambi gli artisti, in maniera autonoma e in tempi diversi, hanno potentemente assorbito gli umori. Percorsi paralleli, per sentieri diversi, che hanno portato ad un’unica destinazione: un “non luogo” dove gli interrogativi sono, sempre, più numerosi delle risposte.
L’Evento è a cura di Pier Luigi Manieri, saggista, scrittore e curatore di eventi culturali.
Lunedì 8 Febbraio 2016 Vernissage ore 17,00
Presentazione di InVersoNero h. 18.00 – relatori PIER LUIGI MANIERI e FRANCESCO GIULIO FARACHI
La mostra rimarrà aperta fino al 15 Febbraio 2016
Immagine e Poesia…Ispirazione
Da cosa trae ispirazione un dipinto? Da un paesaggio ammaliato, dal desiderio di fermare l’attimo fuggente, di interpretare il favor optimi temporis, di assecondare uno stato d’animo nel fervore del genio, “ispirato”, appunto. E un componimento in versi? Cosa ispira una poesia? Un tramonto, diremmo banalmente. Magari l’esito felice di un “m’ama-non m’ama” con una margherita. Può aiutarci talvolta la forma delle nuvole o l’osservazione di certi fenomeni naturali, quali un arcobaleno o il sole che filtra dall’alto. Ma c’è poi lo spleen, quella condizione irripetibile dello spirito che produce estro e creatività, autentico gorgo di emozioni e malinconie timorate che accompagna fatalmente le giornate di certi artisti. È proprio lo spleen che potrebbe aver orientato Pasquale Nero Galante e Angelo Andriuolo (che muovono – è importante chiarirlo – da linguaggi ed ambiti espressivi diversi, seppur tradizionalmente contigui) verso l’oplà di una produzione – pittorica l’uno e letteraria l’altro – di interessantissima convergenza. Utile si rivelerebbe indagare nei rispettivi vissuti e ricercare i motivi di queste straordinarie affinità, che sembrano indirizzare verso un comune prodigioso sentire. Emerge invece che i due artisti (ci soccorre in tal senso il suggestivo racconto di Ottaviano Del Turco, che apre la pubblicazione) non si erano mai relazionati sui rispettivi intenti produttivi. Non nasce – dunque – la poesia di Andriuolo a commento delle opere di Nero Galante, né i lavori di Nero Galante offrono l’ambientazione ai versi di Andriuolo. Ancorché palesino a più riprese un rimando di immedesimazioni le due produzioni nascono infatti autonomamente e si rivelano insolitamente complementari l’una all’altra, consimili nel taglio narrativo e affini nel fluxus metaforico dei contesti. Si tratta dunque di parallelismi concatenanti, alieni nelle rispettive intuizioni generatrici, eppure l’uno monitore dell’altro di annotazioni che all’occhio attento si rivelano l’inaspettato commento didascalico del corrispondente. L’arte del resto – sotto forme varie e contraddittorie – è il passepartout ideale per alleggerire tormenti ed ansietà. Anche dello spleen. (Massimo Rossi Ruben)
Profondo Nero
Carnale. Così è la pittura: sicura, corposa, decisa di Pasquale Nero Galante. Eppure, tenue. Così anche, è. Quasi sottile. Accennata. Un tocco lieve sulla tela. In questa dicotomia strutturale si gioca il senso della pittura di un artista unico nel suo genere. Che si evolve tornando indietro. Che recupera l’essenza della pittura. P.N.G dipinge. Non tenta “sperimentazioni” e la sua concettualità è la pittura stessa. Forzando la mano a Mc Luhan, la tela è il messaggio. La pittura s’impone, cavernosa, “ferita” quasi ripiegata. Corpi che sono vivi nel loro esser dolentemente adagiati. Corpi che affondano nel suolo come alberi. Pelle come corteccia. Sinuosi, anche. Come sinuose ma immote, perché tutto è duale nella sua estetica, sono le sue onde. Dipinge su legno che esalta quel senso di assenza di tempo. Di andato. L’artista restituisce dignità al deteriorato. Alla vecchiaia e alla sofferenza. Venature come ferite. La pittura di Nero Galante è seria. Rigorosa. Caustica. Esclude l’ammiccamento. Travalica la condizione del consenso. Nero Galante ha il senso della luce e la forza dei corpi di Caravaggio. Non è poco.
In autonomia, la pittura si combina a specchio con la poetica di Angelo Andriuolo. Minimale, essenziale, evocativa. Nei suoi versi sincopati, Andriuolo richiama stagioni andate. Rincorre amori perduti e sentimenti che si dilatano oltre le volontà, il tempo e la memoria.. Ripercorre una generazione che avrebbe potuto essere protagonista. Componimenti lineari e sinceri come sincero e rispettoso è, da appassionato, il suo fare poesia (Pier Luigi Manieri)
Pasquale Nero Galante
GALANTE è nato a Carovigno (BR) il 1 agosto 1964. Per pugliesità e zodiaco d’indole dunque leonina, s’è colmato occhi e animo degli orizzonti profondi, delle tinte rosso-ferrigne, delle dure torsioni degli ulivi in terra salentina. Ha assorbito l’umanità diversa, di diversa e forte storia, che quel territorio remoto e antico impone alla natura delle sue genti. Di visioni e carattere, Galante ha fatto arte. Con la frequenza ai corsi del Liceo Artistico e dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, ha iniziato prestissimo a esporre, dapprima incentrando la sua ricerca sulla relazione fra la materia pittorica, le tecniche delle tradizioni (quella della cartapesta salentina, le lavorazioni dei lapicidi e degli scalpellini, la manifattura delle stoffe e degli ornamenti barocchi) e i linguaggi della contemporaneità. Trasferitosi con ostica audacia a Roma, ha via via maturato un proprio personale codice espressivo, precipuamente pittorico, in cui la figura e la trascrizione del reale sono resi con pochi colori (i grigio-bruni, il bianco sporco e soprattutto il nero) e un’ombrosa impronta gestuale che macchia, ricopre, cancella superfici e particolari. Ha esposto in tutta Italia e molto all’estero, soprattutto in personali e in non poche, ma selezionate, collettive.
Continua a vivere e lavorare a Roma, però inquietamente.
Angelo Andriuolo
Vive da molti anni a Roma, giunto alla metropoli per imbocco diretto dal crocevia naturale che è il natio paese, Teggiano (SA), rocca storica a dominar il Vallo di Diano. Nato il 30 gennaio 1957, Andriuolo è laureato in giurisprudenza e per lungo tempo si è occupato in Aziende bancarie e finanziarie, ricoprendo importanti ruoli direttivi e di sviluppo commerciale. La padronanza della ferrea logica dei numeri e dei risultati ne ha eccitato l’innata versatilità, e unita a un antico amore per l’arte, lo ha convinto a farsi imprenditore di successo e di innovazione nel mercato artistico. Come gallerista e mercante d’arte, ha operato e tuttora opera in Italia e all’estero, curando fra l’altro l’organizzazione e l’allestimento di numerose esposizioni, sostenendo il cursus professionale di affermati artisti. Da tanto non domo, Andriuolo ha da sempre coltivato una privata oasi di creatività e di relazione più intima e personale con la suggestione artistica: la scrittura, specie quella poetica, è cosí valvola di sfogo e rifugio nei momenti intensi del quotidiano vivere, scrigno della memoria e dei sentimenti accaduti.
Questa è la prima volta che ha accettato di pubblicare i suoi versi. .
Inversonero
Autori : Angelo Andriuolo e Pasquale Nero Galante
Presentazione : Ottaviano Del Turco
Postfazione : Francesco Giulio Farachi
Chiosa di Quarta: Massimo Rossi Ruben
Con anche una poesia di Daniele Serafini
Per orari e informazioni : http://www.bibliotu.it/biblioteca/guglielmomarconi#0
http://www.gangemieditore.com/scheda_articolo.php?id_prodotto=5099
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