Ferrara – ENRICO LOMBARDI -“Esercizi spirituali” – personale
Ferrara – Casa di Ludovico Ariosto
ENRICO LOMBARDI
“Esercizi spirituali” – personale
INAUGURAZIONE SABATO 21 febbraio ORE 17.30
da sabato 21 febbraio a domenica 12 aprile 2015 – orari: 10.00/12.30 , 16.00/18.00 (chiuso il lunedì) – curata da Angelo Andreotti (Direttore dei Musei d’Arte Antica e Storico Scientifici di Ferrara) in collaborazione col Museo Baracca di Lugo (Ra) e Angelo Andriuolo – Ars Imago Dei.
Catalogo con parole e immagini di Enrico Lombardi e un testo di Francesco Giulio Farachi. Casa Di Ludovico Ariosto, Via L. Ariosto 67, Ferrara. Per info : Ufficio Informazioni e Prenotazioni Mostre e Musei Tel 0532/244949 – Fax 0532/203064, www.lombardienrico.it . Durante l’inaugurazione interverranno il Curatore e l’artista sul senso e il merito della mostra.
In questa mostra, all’apparenza perfettamente schizofrenica, l’artista espone opere di due serie parallele che nascono e si sviluppano contemporaneamente : gli “Esercizi spirituali” – che danno il titolo alla mostra – e le “Basse maree”. Lo sguardo, negli “Esercizi spirituali”, è come rigirato dentro, chiuso nello spazio angusto e infinito della meditazione sulle medesime forme declinate in tutte le loro possibili variazioni: muri, tetti, l’albero, ma soprattutto la luce e l’ombra come fatti
compositivi e tematici. Un linguaggio asciutto, liturgico, etico, concentrato su sé stesso, avulso da ogni clamore delle categorie della contemporaneità e dai loro paradigmi, che, come negli esercizi spirituali di un monaco o di uno yogin, si spoglia di ogni orpello per cercare di raggiungere l’essenza del fare. Nessuna decorazione dunque, nessun pretesto illustrativo o narrativo che dir si voglia, solo la nuda forza della pittura che raffigura il proprio farsi. Nelle “Basse maree”, invece, lo sguardo è come spinto “fuori”, ai limiti estremi dell’orizzonte, per rievocare figure e metafore già presenti nella pittura passata dell’artista, come se risorgessero dall’acqua dopo un diluvio. Una ripresa di coscienza delle “figure” fondamentali del suo percorso. Qui i luoghi sono aperti e ritmati da spazi larghi, gli oggetti emergono dall’acqua dentro solitudini dal sapore iconico i cui riferimentisono indubbiamente nella pittura del ‘2/3cento italiano. Nel Catalogo (bilingue) saranno pubblicate alcune riflessioni dell’artista sugli aforismi poetici di Renè Char e un testo del critico romano Francesco Giulio Farachi.
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