LUOGHI DELL’ARTE (CALCATA) “MARIJKE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE”
Maria Cristina Crespo per la rivista HAT
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Marijke Van der Maden era una ragazza olandese quando arrivò in Italia negli anni Settanta sognando il paese delle meraviglie, dell’arte e del sole. A dire la verità negli anni Settanta lo facevano in molti . Allora, non solo in Italia, sorgevano comunità spontanee di artisti, si credeva che un giorno al potere sarebbe stata l’Immaginazione. Si facevano raduni come all’Isola di Wight in nome della pace e dell’amore, si sperimentavano piccole e grandi utopie, stili d’arte e di vita alternativi. Negli anni Ottanta, quelli dell’edonismo reganiano, quelli del trionfo degli yuppies sui figli dei fiori, molti giovani si resero conto di aver ceduto a una moda passeggera, a un dettame esistenziale difficile da sostenere, da conciliare con il quotidiano.
Ma in Marijke la spinta a conciliare arte e vita era talmente profonda, così autentica e impellente che dura tuttora, e l’entusiasmo di pari passo, mai soggiogato e mai vinto, mai sopraffatto dalla realtà di tutti i giorni, dalle difficoltà della vita reale.
Marijke è riuscita ad attuare il suo sogno a Calcata, un paese laziale in provincia di Viterbo, assieme a molti degni compagni di strada, creando ed offrendoci eventi ogni volta magici e speciali, coinvolgendo i suoi estimatori fedeli e chiunque si trovasse a passare in quel luogo sospinto dall’interesse o dal caso.
Artista, creatrice di poetici pupazzi o di arazzi cuciti con applicazioni di stoffe, animatrice di eventi da lei ideati, con l’esperienza e il passare degli anni , assieme al suo compagno Mimmo, si è trasformata in una efficace manager della cultura, nume tutelare di un luogo magico valorizzato nel tempo anche grazie alla sua opera.
Marijke fu uno dei primi artisti, giunti da ogni parte dell’Italia e del mondo, a credere che quell’antico borgo rimasto appartato e abbandonato per decenni potesse rivivere e diventare un luogo di aggregazione dove poter creare ed esporre immersi nel bello e nella natura. L’architetto Paolo Portoghesi, prestigioso autore di progetti postmoderni come la Moschea di Roma, ha scelto questo luogo per vivere e lavorare ampliando negli anni una dimora unica, realizzata collegando dall’interno antiche casette in tufo, con una vista mozzafiato sull’antico borgo. Indubbiamente il suo ruolo e la sua competenza hanno contribuito alla valorizzazione del sito, oggi cuore di un’oasi naturalistica, che si sviluppa su una rupe a strapiombo quasi completamente circondata dal fiume Treja, in origine quasi certamente un’acropoli inespugnabile, dove si celebrava l’irraggiungibilità degli dei. Soltanto una strada e una porta permettono l’accesso al borgo, mentre alcuni scavi archeologici lungo il corso del fiume, che non lontano forma le pittoresche cascate di Monte Gelato, hanno messo in luce i resti di una città di origine falisca, Narce. Sempre con il contributo progettuale dell’architetto Portoghesi è stato di recente restaurato il castello.
I nuovi abitanti hanno deciso di comune accordo, non senza sacrifici e problemi, di chiudere completamente l’accesso alle auto e Calcata ha potuto così mantenere un aspetto intatto, inserita di diritto tra i borghi più belli d’Italia. Quella che oggi si può raccontare come una favola in realtà è frutto di un impegno decennale che ha visto nel tempo scontrarsi e accordarsi interessi e esigenze diverse, un esempio tra tutti: la lotta per non far passare i tralicci dell’elettrodotto accanto al paese.
La fama di Calcata passa attraverso una nutrita filmografia, location ideale per pellicole cult, come “Nostalghia” di Andrei Tarkovskij (1983), “Amici miei” (1975), “La mazzetta” (1978) e tante altre. Sono moltissimi gli studi che gli artisti hanno ricavato nelle piccole casette medievali e nello strato sottostante, costituito di grotte etrusche usate via via come stanze, gallerie, spazi alternativi, caffè, ristoranti, cantine o negozi. In una grotta Marijke ha ricavato il suo minuscolo studio e in un’altra piccola grotta nella grotta possiamo visitare tutto l’anno il suo presepe speciale, fatto di pupazzi modellati e vestiti, ritratti dei vecchi abitanti del paese e dei nuovi abitanti, gli artisti. Così come in ambienti ipogei sono allestite le bellissime architetture di sabbia di Lughia , le sculture di Gabriele Mazzara, l’abitazione – studio “Grotta dei Segni” di Enrico Abenavoli, le gallerie di Giuseppe Salerno.
L’elenco degli artisti attivi a Calcata è lunghissimo, a partire da Giovanna Colacevich, antesignana dell’arte telematica, approdata alla Biennale di Venezia e prematuramente scomparsa, passando per Mario Carbone, regista e fotografo, la coppia Giuseppe Canali e Lucilla Frangini Ballerini, Simona Weller, scrittrice e pittrice.
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