Autoritratti – al MAMbo di Bologna
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
Autoritratti.
Iscrizioni del femminile
nell’arte italiana contemporanea
12 maggio – 1 settembre 2013
Dal 12 maggio al 1 settembre il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna
ha presentato Autoritratti. Iscrizioni del femminile nell’arte italiana contemporanea, un’ampia e articolata esposizione collettiva dedicata ai rapporti fra donne e arte in Italia negli ultimi decenni.
In mostra si sono potute ammirare opere di 42 artiste e 1 artista affermati, in gran parte realizzate per l’occasione e riferite a diversi nuclei tematici elaborati da Emanuela De Cecco, Laura Iamurri, Arabella Natalini, Francesca Pasini, Maria Antonietta Trasforini e da un gruppo di lavoro interno al museo coordinato da Uliana Zanetti. A questi si aggiungono la testimonianza dedicata a Maria Lai da Cristiana Collu e l’intervento curatoriale di Letizia Ragaglia. Il collettivo a.titolo (Giorgina Bertolino, Francesca Comisso, Lisa Parola e Luisa Perlo) cura la realizzazione di un’opera di Anna Scalfi Eghenter appositamente commissionata dal MAMbo nell’ambito del programma Nuovi Committenti. L’elaborazione complessiva del progetto si è avvalsa inoltre dei contributi teorici di Federica Timeto.
Sono stati esposti lavori di: Alessandra Andrini, Paola Anziché, Marion Baruch, Valentina Berardinone, Enrica Borghi, Anna Valeria Borsari, Chiara Camoni, Alice Cattaneo, Annalisa Cattani, Daniela Comani, Daniela De Lorenzo, Marta Dell’Angelo, Elisabetta Di Maggio, Silvia Giambrone, goldiechiari, Alice Guareschi, Maria Lai, Christiane Löhr, Claudia Losi, Anna Maria Maiolino, Eva Marisaldi, Sabrina Mezzaqui, Marzia Migliora, Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, Maria Morganti, Margherita Morgantin, Liliana Moro, Chiara Pergola, Letizia Renzini, Moira Ricci, Mili Romano, Anna Rossi, Anna Scalfi Eghenter, Elisa Sighicelli, Alessandra Spranzi, Grazia Toderi, Sabrina Torelli, Traslochi Emotivi, Tatiana Trouvé, Marcella Vanzo, Grazia Varisco.
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
Autoritratti è stato un progetto nato nell’ambito di una revisione critica delle collezioni contemporanee del MAMbo con la prospettiva di mettere in luce le connessioni fra arte e politica nell’Italia degli ultimi decenni. La proposta di concentrare la riflessione sul rapporto tra donne e arte ha aggregato un gruppo di persone appartenenti allo staff del museo (che è quasi totalmente femminile) e ha portato a una serie di possibili sviluppi: un forum di discussione, l’elaborazione di temi di studio, l’organizzazione di seminari e pubblicazioni. Dal punto di vista espositivo l’idea iniziale prevedeva interventi materiali all’interno dell’esposizione permanente del museo con intromissioni non invasive che valessero come iscrizioni, visibili quasi in sovrimpressione, di una affermazione della differenza sul tessuto di una narrazione già consolidata. Grazie all’ampliamento del progetto attraverso la condivisione con artiste, curatrici, direttrici di musei, critiche e studiose l’ipotesi iniziale si è trasformata nella possibilità di realizzare una grande mostra, che vuole richiamare l’attenzione sulla necessità di individuare nuovi strumenti di analisi e di narrazione per rendere compiutamente conto della ricchezza di contributi e posizioni che alimentano la vitalità dell’arte attuale, nella consapevolezza che le connotazioni di genere siano un elemento non marginale nella formazione delle dinamiche sociali e simboliche che ne caratterizzano la presenza sulla scena pubblica.
Autoritratti non ha voluto costituire una ricognizione esaustiva dell’arte femminile in Italia o una celebrazione del genio delle donne, né un tentativo di definire una specificità di genere, ma si è proposta a significare la differenza attraverso una molteplicità di posizioni e pratiche. Non ha inteso rappresentare un modello, ma una possibilità d’azione, che resta volutamente concentrata su un luogo e circostanze specifici, trovando in questo le proprie ragioni e la possibilità di verificare la validità di un metodo basato sulla condivisione.
Il riferimento costante alla cultura della differenza ha improntato la metodologia del gruppo di lavoro, che ha tratto dal femminismo la disposizione a compiere una continua interrogazione auto-riflessiva, assegnando importanza al riconoscimento reciproco fra donne, all’elaborazione collettiva alimentata dal partire da sé, all’elezione delle nozioni di desiderio e di cura come orizzonti determinanti dell’attività politica. In questa chiave, la dimensione estetica diventa elemento connettivo fra teoria e pratica, cultura e politica, e il museo si è proposto come motore di relazioni.
Nello sviluppo del progetto, per un certo periodo rimasto senza titolo, si sono progressivamente evidenziate numerose analogie di metodo con le riflessioni di una figura di primo piano del femminismo militante italiano (nonché della critica d’arte, seppur con un volontario allontanamento): Carla Lonzi. Il suo Autoritratto, pubblicato nel 1969, ha portato all’individuazione della prima parte del titolo. A questa si è affiancata un’altra citazione, in omaggio a Griselda Pollock e al suo Differencing the Canon. Feminist Desire and the Writing of Art’s Histories (1999).
INCONTRI E VIDEOINTERVISTE
Parallelamente alla mostra si sono svolti una serie di incontri con le partecipanti e con operatrici culturali, studiose e attiviste di fama internazionale. The matter is not how woman is represented in the art system but how woman does art outside of it è il tema degli appuntamenti curati da Elvira Vannini e Maddalena Fragnito con Anna Curcio il 18 maggio, con Federica Giardini il 23 maggio e con Giovanna Zapperi il 25 maggio.
Uliana Zanetti e Anna Maria Tagliavini (in collaborazione con la Biblioteca Italiana delle Donne di Bologna) hanno moderato invece il ciclo Riflessioni sulla differenza nella ricerca e nella pratica artistica contemporanea che si è sviluppata attraverso tavole rotonde il 16, 17 e 24 maggio.
Gli incontri si sono realizzati grazie al sostegno di Coop Adriatica.
Sono state inoltre visibili nel periodo di apertura della mostra alcune video-interviste a donne di cultura che hanno avuto un ruolo di rilievo nelle dinamiche di formazione del gusto a Bologna: Dede Auregli, Silvia Evangelisti, Vera Fortunati e Ginevra Grigolo.
PROGETTI COLLATERALI
Il primo momento del progetto complessivo Autoritratti, già realizzato nell’ambito del programma di ART CITY Bologna 2013, è stato la collettiva, Autoritratti 1. Nuove gen(d)erazioni, a cura di Donatella Lombardo e Giorgia Benedetta Soncin, allestita presso l’Accademia delle Belle Arti di Bologna (17 gennaio – 2 febbraio 2013), che ha svolto una prima indagine fra artiste esordienti o in formazione.
CATALOGO
Il catalogo co-edito da Edizioni MAMbo e Corraini Edizioni con testi di: Cristiana Collu, Emanuela De Cecco, Silvia Giambrone e Laura Iamurri, goldiechiari in conversazione con Letizia Ragaglia, Donatella Lombardo e Giorgia Benedetta Soncin, Gianfranco Maraniello e Lorenzo Sassoli de Bianchi, Arabella Natalini, Luisa Perlo, Francesca Pasini, Anna Scalfi Eghenter, Federica Timeto, Maria Antonietta Trasforini, Elvira Vannini, Uliana Zanetti e il gruppo di lavoro del MAMbo.
Molte delle pagine delle artiste sono state curate graficamente dalle autrici.
ATTIVITÀ EDUCATIVE
Il Dipartimento educativo MAMbo ha organizzato visite guidate e laboratori per adulti e ragazzi per tutta la durata della mostra.
Info:www.mambo-bologna.org
E-mail: mamboedu@comune.bologna.it
Ufficio Stampa MAMbo
Elisa Maria Cerra – tel. +39 051 6496653
E-mail: ufficiostampamambo@comune.bologna.it
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